CHI HA PAURA DEL LUPO MANNARO?

Io non ci credo. E’ come aver paura delle profezie Maya sulla fine del mondo. Tutta speculazione, tutta demagogia, tutta propaganda pro domo propria.
La speculazione è già oggi quella dei mercati che non volevano altra occasione migliore per rilanciare l’avidità di guadagno intravista dietro ogni minimo venticello di paura. Siccome da un anno a questa parte di venti del genere ne sono soffiati pochi, almeno in Italia, ecco la manna caduta dal cielo!
Ma è anche quella di chi vede una provvidenziale opportunità di gridare all’untore fino all’esito delle urne da cui sperare vantaggi ulteriori.
La demagogia è quella incredula di coloro che, preoccupati di doversi sottoporre a sforzi erculei per migliorare la tragica situazione di crisi in cui versa il Paese e timorosi di non avere proposte efficaci da offrire se non addirittura possibilità politiche di realizzarne, potranno avre un capro espiatorio su cui riversare i loro strali in una campagna elettorale altrimenti noiosa e soprattutto tetra.
La propaganda potrà essere quella solita del tutti contro tutti che i partiti potrebbero mettere in atto facendosi penosamente scudo ognuno del bene del Paese.
Tutti sapevano che la legislatura era ormai finita. Un mese prima o un mese dopo non fa la differenza. La stranezza sta nel fatto che tutti se ne meraviglino e questo mi conferma nel sospetto appena avanzato.
E' necessario per forza far rumore? Bisogna trasferire nelle piazze l’urlarsi addosso dei talk show televisivi? E’ necessario un nemico da additare all’odio collettivo, del lupo mannaro che turbi le notti della gente comune a cui quasi nulla è ormai rimasto di scegliere e che, probabilmente, non ha più molti sogni che possano essere turbati?
L’Italia ha vissuto una splendida parentisi di democrazia con le primarie del centro-sinistra. Valorizziamola!
E’ un invito che vorrei potesse essere raccolto  da tutti i partiti: non sporchiamo il vestito nuovo che ci si è cuciti addosso nel fango della solita, obsoleta, preistorica lotta politica. Approfittiamo di questo nuovo stile di democrazia magari per copiarlo, se proprio ci difetta la fantasia. E non limitiamoci al solo vestito. Lasciamoci pervadere interiormente dal vento nuovo fino a riconoscere con  rispetto a chicchessia di proporsi anche con i propri limiti e difetti, senza demonizzarli, consapevoli che potranno sempre meno confondere le coscienze indifese ovvero farsi soltanto portabandiera di interessi meno diffusi ma pur presenti nella società. Riconoscere questo diritto significa semplicemente permetterne democraticamente la rappresentatività.
Attenzione piuttosto ai contagi e ai compromessi! Attenzione e impegno forte sono e saranno sempre necessari per correggere abitudini e prassi consolidate di allegra se non cinica gestione delle risrose pubbliche.
Utopia? Forse, ma senza sarebbe ancora peggio!

Alla prossima, ciao
tonino

10 dicembre 2012

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