Le principali testimonianze sulla resurrezione di Cristo si trovano nelle scritture cristiane, ma ci sono anche alcune fonti storiche extra-bibliche che confermano l'esistenza e la morte di Gesù per crocifissione, e quindi indirettamente sostengono la veridicità della sua resurrezione.
Un autore tra i più noti è l'antico storico ebreo Flavio Giuseppe, che scrisse della morte di Gesù e della sua fama tra i seguaci.
Possiamo annoverare tra queste fonti anche quelle testimonianze di martiri cristiani che sostengono la loro fede nella resurrezione, raccontate da diverse fonti laiche. Queste testimonianze dimostrano che i primi cristiani erano convinti della verità della resurrezione ed erano disposti a morire piuttosto che rinnegare la loro fede.
Nella teologia cattolica, la resurrezione di Cristo è considerata un evento centrale e fondamentale della fede cristiana. Essa rappresenta la vittoria di Cristo sulla morte e il peccato, e simboleggia la speranza della vita eterna per tutti i cristiani.
All'interno del Nuovo Testamento, le testimonianze della resurrezione di Cristo si trovano nei quattro Vangeli, così come in alcune lettere di Paolo e degli altri apostoli. Le quattro narrazioni della resurrezione nei Vangeli differiscono leggermente nei vari racconti, ma concordano sul fatto che Gesù è stato crocifisso e sepolto ed è risorto il terzo giorno.
Sulla resurrezione si insiste molto nelle letture di questa domenica, così come sarà in tutti i 50 giorni del Tempo Pasquale.
Il passo di Atti 2,14.22-33 riporta il discorso di Pietro agli ebrei a Gerusalemme, dopo la Pentecoste, in cui egli cerca di spiegare loro la verità della resurrezione di Gesù.
Pietro, che si presenta come un testimone della resurrezione, fa notare che ciò che sta accadendo non è una manifestazione di ubriachezza, come alcuni hanno suggerito, ma piuttosto l'adempimento delle profezie di Davide.
Spiega che Gesù di Nazareth è stato un uomo mandato da Dio per compiere miracoli, segni e prodigi, come dimostrazione del suo potere divino. Tuttavia, gli ebrei hanno consegnato Gesù ai Romani per essere crocifisso, ma Dio lo ha risuscitato dai morti e lo ha esaltato alla destra del Padre.
Pietro afferma che la resurrezione di Gesù è la prova che egli è il Messia e il Signore, come predetto nelle Scritture, e che la sua resurrezione dimostra la verità del suo messaggio e la sua autorità divina.
Cita il salmo di Davide (Salmo 16 che leggiamo oggi) per dimostrare che il re David non poteva essere il soggetto del salmo, ma piuttosto Gesù, che è stato risuscitato dai morti e ha vinto la morte e il peccato.
Pietro, in sintesi, cerca di spiegare ai suoi ascoltatori la verità della resurrezione di Gesù, affermando che essa è stata la prova del suo potere divino e della sua autorità come Messia. La resurrezione di Cristo, secondo Pietro, dimostra anche la verità delle profezie dell'Antico Testamento, e lancia il messaggio per una speranza di vita eterna per tutti i credenti.
Il passo di 1 Pietro 1,17-21 è più un richiamo alla santità di Dio e alla necessità dei credenti di vivere in modo santo. L'autore incoraggia i credenti a vivere con timore di Dio e a condurre la loro vita in maniera responsabile, sapendo che Dio li giudicherà sulla base delle loro opere.
Ricorda il prezzo che è stato pagato per la loro salvezza, ovvero il sangue prezioso di Cristo. Egli afferma che la fede dei credenti non si basa su parole vuote o su tradizioni umane, ma sulla realtà della resurrezione di Gesù Cristo dai morti.
Questa verità era stata profetizzata dai profeti dell'Antico Testamento, e Dio aveva scelto di rivelarla ai credenti attraverso lo Spirito Santo. Il prezzo pagato per la nostra salvezza è la verità della resurrezione di Cristo come fondamento della fede.
Luca 24,13-35 racconta un’esperienza forte vissuta da due tra i tanti che avevano creduto in Gesù e della loro delusione per la fine che gli era stata riservata. Narra l'incontro di due suoi discepoli che stavano camminando verso il villaggio di Emmaus, poco dopo la sua morte e sepoltura. Mentre camminavano, Gesù si unì a loro, ma essi non lo riconobbero.
Gesù chiese loro cosa fosse successo a Gerusalemme e i due discepoli gli raccontarono la storia della crocifissione e della sepoltura di Gesù, esprimendo la loro delusione e confusione per ciò che era accaduto.
In risposta, Gesù iniziò a spiegare loro le profezie dell'Antico Testamento riguardo al Messia e a dimostrare come esse si erano adempiute in lui. Tuttavia, i due discepoli ancora non riuscirono a riconoscere Gesù. Quando arrivarono a Emmaus, questi si unì a loro per la cena. Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista.
I due discepoli, resisi conto di ciò che era successo, tornarono subito a Gerusalemme per raccontare agli altri discepoli l’accaduto e testimoniare la loro convinzione che Gesù era risorto dai morti. “Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane”.
La resurrezione di Cristo rappresenta la vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato. Secondo la teologia cattolica, la morte e il peccato sono i due principali problemi che affliggono l'umanità, ma la resurrezione di Cristo ha dimostrato che Dio ha il potere di vincere entrambi.
La morte è un fatto inevitabile per tutti gli esseri umani, ma attraverso la resurrezione Cristo dimostra che la morte non è la fine di tutto. È la dimostrazione che Dio ha il potere di far risorgere i morti, e che la morte non ha l'ultima parola sulla vita. Questo offre la speranza che tutti i credenti, dopo la morte, possano vivere in eterno presso/in Dio.
Inoltre, la resurrezione di Cristo dimostra anche la vittoria di Dio sul peccato. Questo è la rottura della relazione tra l'uomo e Dio, ma attraverso la morte e la resurrezione di Cristo, Dio ha riconciliato l'umanità con sé stesso. La morte di Cristo sulla croce rappresenta il sacrificio perfetto che ha espiato il peccato dell'umanità, mentre la sua resurrezione dimostra la sua vittoria definitiva su peccato e morte.
La resurrezione di Cristo è quindi un evento centrale della fede cristiana e un simbolo di speranza e salvezza per i fedeli. È testimonianza del potere di Dio ma anche della sua misericordia oltre che speranza di vita eterna per tutti i credenti.
Signore, noi crediamo che il tuo Figlio Gesù Cristo è risorto dai morti e ha vinto la morte per sempre. Con la nostra fede in questa verità, affidiamo a te le nostre preoccupazioni, le nostre paure e le nostre speranze, certi che la tua grazia ci sosterrà in ogni momento della vita.