IV DOMENICA DI PASQUA
30 aprile 2023

Alcuni cristiani credono che Cristo sia presente attraverso la fede personale, l'esperienza spirituale e la preghiera. Altri credono che Cristo si faccia presente anche attraverso la comunità cristiana e l'opera della Chiesa.

In entrambi i casi, la Chiesa svolge un ruolo di intermediazione importante tra Cristo e gli uomini. Essa può facilitare l'esperienza spirituale e fornire un luogo di incontro per i fedeli, oltre che promuovere valori come la carità, l'amore, la condivisione e la compassione. Tuttavia, la Chiesa può anche essere criticata per il suo ruolo di potere e controllo, così come per i suoi errori e peccati passati e presenti.

In ogni caso, la presenza di Cristo tra gli uomini è una questione di fede personale e interpretazione religiosa, e dipende dalle credenze e dalle pratiche di ciascun individuo e comunità. Possiamo senz’altro affermare che il singolo credente e la comunità a cui sceglie di appartenere sono inscindibili e si completano a vicenda.

Oltre che essere la quarta domenica di Pasqua e la domenica cosiddetta del Buon Pastore, per cui cominciamo con il brano di Giovanni 10:1-10. È un passaggio molto importante del Nuovo Testamento. Gesù si presenta come il buon pastore che conosce e cura le sue pecore. Usa l'immagine di un pastore che conduce le sue pecore in un recinto sicuro per la notte. Un'immagine molto comune nella cultura ebraica dell'epoca, in quanto il gregge di pecore era una parte importante dell’economia e della vita quotidiana.

Gesù parla della sua relazione con le sue pecore, cioè i suoi discepoli. Afferma di essere la porta attraverso cui le pecore entrano nel recinto, e che chiunque cerchi di entrare da un'altra parte è un ladro e un brigante. Questa affermazione indica che Gesù è l'unico modo per raggiungere Dio e avere una vera relazione con Lui.
Continua descrivendo se stesso come il buon pastore che conosce le sue pecore e che è disposto a dare la propria vita per loro. Un'immagine questa molto potente della cura e della protezione che Gesù offre ai suoi discepoli. Inoltre, marca la differenza sua con i mercenari che lavorano solo per denaro e che non hanno vero amore per le pecore.
Conclude affermando che è venuto affinché le sue pecore abbiano vita e abbondanza. Quasi a dire che non è venuto solo per offrire salvezza eterna, ma anche per dare una vita piena e soddisfacente ai suoi discepoli già in questa vita terrena. Gesù, buon pastore conosce e cura le sue pecore. Egli è l'unica strada per raggiungere Dio, si prende cura e protegge i suoi discepoli. Una luce per la salvezza eterna e per un cammino sicuro in questa vita terrena.

Gesù è la porta attraversata la quale diventa sicuro il cammino. In un mondo in cui molte voci diverse e ammalianti si sovrappongono e si contendono verità, salvezza, soddisfazione, agiatezza, comodità e quant’altro, Gesù ci invita a mantenerci saldi nella fede e a confidare in Lui. Gesù ci ama profondamente e ci garantisce che desidera prendersi cura di noi.
In un mondo in cui molte persone si sentono sole e disconnesse, il messaggio del buon pastore ci invita a trovare rifugio e conforto in Gesù. Egli afferma che è venuto affinché le sue pecore abbiano vita e l’abbiano in abbondanza. Significa, come ho già accennato, che Gesù non solo offre la salvezza eterna, ma anche una vita piena e soddisfacente in questa vita terrena. Ci invita a cercarla attraverso la fede, le relazioni sane, la giustizia e la pace.

Il Salmo 22, che leggiamo oggi, si collega molto bene al passo di Giovanni. Ci dice che "Il Signore è il mio pastore"! Anche qui Dio è presentato come un pastore che si prende cura delle sue pecore. E il salmista proclama che se il Signore è il suo pastore non mancherà mai di nulla. Il pastore lo guida verso verdi pascoli e acque tranquille, gli dà forza e lo consola.
Un grande messaggio di fiducia in Dio e dell’importanza che l’uomo ha per Lui. È lo stesso messaggio di Gesù. Egli afferma di conoscere le sue pecore e di essere disposto a dare la sua vita per loro, proprio come un buon pastore che protegge il suo gregge. Questa immagine di Dio come pastore che si prende cura delle sue pecore è molto rassicurante per noi cristiani; possiamo trovare sicurezza e conforto nella sua protezione e nella sua guida. "Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me." (v. 4). Ci viene suggerito che la presenza di Dio nella nostra vita ci dà forza e coraggio per affrontare anche le situazioni più difficili, quale la morte. Gesù si conforma al messaggio del salmo affermando che è venuto affinché le sue pecore abbiano vita e abbondanza, nonostante le difficoltà che possano affrontare.

In Atti 2:14, l'apostolo Pietro, parlando della morte e risurrezione di Gesù, afferma con forza che Gesù era il Messia promesso e che Dio lo ha risuscitato dai morti. Invita i suoi ascoltatori al battesimo nello Spirito Santo e ad intraprendere un nuovo cammino nel nome e nella sequela di Gesù, il Buon Pastore che ha dato la sua vita per il bene del suo gregge.

Anche in 1 Pietro 2:20-25 si fa implicitamente riferimento all’immagine del buon pastore. Parla della sofferenza dei cristiani e della loro identificazione con la sofferenza di Cristo. Pietro afferma che i cristiani devono seguire l'esempio di Cristo, che "non commise peccato e in cui non si trovò inganno" (v. 22), e che hanno ricevuto guarigione dalle sue piaghe (v. 24). Riferimento questo al buon pastore che in Giovanni 10:1-10 è colui che conosce le sue pecore e si prende cura di loro, anche se questo comporta sacrifici e sofferenze.

Attraverso il messaggio che ci viene dalle letture di oggi, come cristiani, siamo invitati a seguire l'esempio di Cristo, imitandone la devozione e il sacrificio per il bene dei fratelli, nonché a confidare nella sua protezione e salvezza. Inoltre, il dono dello Spirito Santo, che viene promesso in Atti degli Apostoli, è una risorsa potente per aiutare i cristiani a seguire Gesù e a diffondere il suo messaggio di amore e salvezza in tutto il mondo.
Messaggio estremamente attuale per noi oggi. Viviamo in un mondo che spesso ci fa sentire soli e insicuri, dove le sfide e le difficoltà sembrano insormontabili. Tuttavia, Gesù ci invita a confidare nella sua protezione e nel suo amore, a mettere la nostra fede in lui come il buon pastore che guida e protegge il suo gregge.
Siamo chiamati a essere come Gesù, a prenderci cura degli altri e a fare sacrifici per il loro bene. Siamo invitati a formare comunità forti e unite, dove ci si sostiene a vicenda e ci si incoraggia a crescere insieme. Soprattutto, pronti anche a fare sacrifici per il bene dei fratelli, come ha fatto Gesù per noi.

Ho parlato di pastore e di gregge. Non mi nascondo che parlare di gregge all’uomo del terzo millennio possa provocare diffidenza. Essere gregge significa essere confusi nella massa, non contare niente come individualità. Siamo consapevoli però che Dio ci conosce singolarmente e si prende cura di noi uno per uno e ha la pazienza di camminare al nostro fianco nonostante il nostro passo incerto.
Un cammino molto difficile ma ci è assicurato l’aiuto imprescindibile dello Spirito Santo e fortificati nella fede avremo la forza di diffondere il messaggio di amore e salvezza del Maestro.

In questo tempo di difficoltà e incertezze, preghiamo perché sia sempre presente in noi la grazia di confidare nella protezione e nella guida del nostro Buon Pastore, di imitarne la devozione e il sacrificio per gli altri e di attingere da Lui il coraggio di testimoniarne il messaggio di salvezza.

Alla prossima, ciao
tonino

19 aprile 2023

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