NON VANAGLORIA MA SPIRITO DI SERVIZIO

Fare il bene comune: questo il compito a cui i cittadini legano con il loro voto gli amministratori pubblici ai vari livelli. A questo compito loro, i delegati, dovrebbero sentirsi vincolati e votati in coscienza. Ovviamente lo faranno partendo dalle varie concezioni di società che ciascuno ha personalmente e come appartenza politica. Ci sono però delle regole di base che debbono essere comuni a tutti e, tra queste, vorrei suggerire che si inserisca il consiglio che da San Paolo nella sua lettera ai cristiani di Filippi, che riporto di seguito.

Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma piuttosto quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Fil 2,1-11)

Non a tutti chiedo di condividere la conclusione di San Paolo di piegare il ginocchio davanti a Gesù riconoscendone la natura divina. Chi però, volendo mettersi al servizio della società, sarebbe disposto a contestarne il consiglio operativo? Sappiamo che il significato primo della parola ministrero (da cui ministro) significa servizio. Essere ministri, amministrare cioè, vuol dire quindi mettersi al servizio.
Come sarebbe bello e utile per la società se questa regola fosse accolta da tutti, se ci fosse in ciascuno questo spirito di servizio volto a volere e ricercare il bene dell'altro. Lo dico non pensando solo ai politici ma a ogni persona, facendo leva sullo spirito di solidarietà che c'è in ogni cuore e che, se lo vogliamo, può soffocare l'egoismo che vi coabita.
Ricordiamocelo in modo particolare noi cristiani se vogliamo professare la nostra fede non a parole ma nella concreta realtà del nostro agire.

Alla prossima, ciao


25 settembre 2011

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