"Il problema del socialismo è che, prima o poi, i soldi degli altri finiscono...” Questo diceva Margaret Thatcher ormai alcuni decenni orsono.
Alla luce degli avvenimenti degli ultimi mesi viene da pensare a quanto vere e persino profetiche fossero quelle parole. Guardiamoci intorno e notiamo come i tre paesi europei maggiormente in crisi siano la Grecia, il Portogallo e la Spagna. Guarda caso, tutti e tre a guida socialista.
La Grecia ormai ha esaurito tutte le sue risorse e sopravvive solo con la speranza di ulteriori e ponderosi aiuti dall’Europa ma con pochissime probabilità di salvarsi. Piccolo spiraglio: il ricorso ad un governo di unità nazionale che associa a responsabilità di governo forze politicamente meno… lascive.
Il Portogallo è ormai su quella strada. E’ già stato aiutato e probabilmente lo sarà ancora. Intanto ha provveduto a mandare a casa il governo socialista e questo fa ben sperare, anche se sarà durissima.
La Spagna è passata da essere potenza economica in esplosione ad una recessione e disoccupazione altrettanto irruente ma implosive. E’ stata aiutata ma ha ancora risorse proprie per salvarsi e intanto ha già cominciato a pensare che liberarsi di Zapatero può essere una delle opportunità (vedi elezioni amministrative recenti).
Comunque tutte e tre, come accennavo, ancora una volta confermano la tesi Thatcher continuando ad utilizzare soldi altrui (quelli degli altri paesi europei).
Forse è il caso di riflettere su queste… chiamiamole conincidenze. Se vediamo bene sono solo le ultime. Infatti la grande illusione socialista, quella rappresentata dal comunismo sovietico e del suo impero ormai liquefattosi da un paio di decenni, ha lasciato solo miserie e comunque casse dello stato vuote.
Laddove il socialismo sopravvive è sempre protagonista di autoritarismo, negazione dei diritti umani più elementari, persecuzioni politche, negazione delle libertà, spesso anche fisiche. Prova provata che il socialismo o lo si attua con la forza e la violenza oppure non ha speranze di sopravvivenza.
Quest’ultima affermazione però non è così apodittica come potrebbe sembrare a prima vista.
C’è un socialismo che ha speranza perché ha una tradizione millenaria e viene dalla proposta del primo socialista della storia. Mi riferisco a quel Gesù, da molti riconosciuto il Cristo, che la propose circa duemila anni fa. Egli indicò un suo modo diverso di concepire i rapporti sociali ed economici come la strada maestra per un mondo migliore, più umano, più solidale, più fraterno, attento ai bisogni e alle necessità di tutti.
Fece semplicemente una propostra, non la impose. Da allora chi si riconosce in lui sa qual è il modo migliore, e lo ritiene il più giusto, di porsi e di proporsi.
Si dirà che la realtà non ci fa vedere dei cristiani così ben disposti nel seguire quel tipo di socialismo. Vero. Ma è solo un caso che a quelli che hanno seguito radicalmente le indicazioni di quell’artigiano palestinese viene riconosciuta la qualifica più alta del cattolicesimo, quella di essere cioè additati come Santi (e quindi esempi da imitare)?
Fermiamoci a riflettere ogni tanto, chissà che un passo alla volta…
Alla prossima, ciao
6 luglio 2011